Hai ricevuto un decreto ingiuntivo da una società di recupero crediti e, controllando le date, ti sei accorto che ti è stato notificato con mesi di ritardo? Potresti pensare di avere la vittoria in tasca.

Attenzione: non è così semplice.

Un caso reale, deciso dal Giudice di Pace di Napoli, ci insegna una lezione fondamentale: la notifica tardiva è solo il primo passo. Per vincere davvero, è cruciale opporsi e contestare il merito del credito.

Vediamo insieme cosa è successo e cosa imparare dal caso di Ciro.

La vicenda: un debito, tante cessioni e un decreto ingiuntivo

Tutto inizia quando Ciro, si vide notificare un decreto ingiuntivo dell’importo di € 3.515,54 conceso dal Giudice di Pace di Napoli. A chiederli non era la finanziaria originale con cui aveva contratto il debito anni prima, ma una società cessionaria specializzata nell’acquisto di pacchetti di crediti in sofferenza (i cosiddetti NPL, Non-Performing Loans).

La società di recupero crediti, come da prassi, chiese e ottenne dal Giudice di Pace di Napoli un decreto ingiuntivo, cioè un ordine di pagamento da saldare entro 40 giorni.

Il primo errore del creditore: la notifica tardiva

Qui emerge il primo, importante dettaglio. Il decreto ingiuntivo venne emesso dal Giudice ad aprile e depositato in cancelleria il 14 maggio 2019. Tuttavia, la notifica dell’atto giudiziario a Ciro avvene solo il 24 ottobre 2019, ben oltre il termine di 60 giorni previsto dalla legge (art. 644 del Codice di Procedura Civile).

Cosa succede in questi casi? Il decreto ingiuntivo diventa inefficace.

Attenzione: “Inefficace” non significa che il debito è cancellato! Significa solo che quell’ordine di pagamento rapido perde la sua validità. il problema, però, non viene risolto e l’opposizione da proporre determina l’introduzione di un giudizio ordinario in cui la società creditrice deve dimostrare, con tutte le prove del caso, di avere diritto a quei soldi.

Ed è proprio qui che si gioca la vera partita.

La vera battaglia: l’opposizione e la prova della titolarità del credito

Ciro, assistito dal nostro team, propose opposizione al decreto ingiuntivo notificatogli. Non si limitaòa sostenere che la notifica fosse tardiva, ma contestò il debito nel merito, sostenendo che la società creditrice non aveva provato di essere la reale titolare del suo credito.

E il Giudice gli ha dato ragione.

La società di recupero crediti, infatti, aveva commesso un errore fatale, molto comune in questi casi. Per dimostrare di aver acquistato il debito, aveva depositato solo:

  • Corrispondenza varia.

  • L’estratto della Gazzetta Ufficiale dove si annunciava l’acquisto “in blocco” di migliaia di crediti da un’altra banca.

Il Giudice, nella sua sentenza, è stato chiarissimo: l’avviso sulla Gazzetta Ufficiale non è una prova sufficiente!

Quella pubblicazione serve a informare i debitori della cessione, ma in una causa non dimostra che proprio quel specifico debito di Ciro fosse incluso nel pacchetto acquistato. La società avrebbe dovuto produrre l’atto di cessione del credito originale o un documento specifico che attestasse in modo inequivocabile il trasferimento di quella singola posizione.

Non avendolo fatto, non è riuscita a provare di essere la legittima creditrice.

Il verdetto finale: vittoria piena per il debitore

L’esito è stato una vittoria completa per il cittadino:

  1. L’opposizione è stata accolta.

  2. Il decreto ingiuntivo è stato revocato.

  3. La domanda di pagamento della società creditrice è stata rigettata.

  4. La società finanziaria è stata condannata a pagare le spese legali a Ciro.

Cosa impariamo dal caso di Ciro? 3 Lezioni Fondamentali

Questo caso è un manuale perfetto per chiunque si trovi in una situazione simile. Ecco le lezioni chiave:

  1. Mai Ignorare un Decreto Ingiuntivo. Anche se ti sembra ingiusto o notificato in ritardo, ignorarlo lo renderà definitivo e permetterà al creditore di avviare pignoramenti. L’opposizione entro 40 giorni è l’unica via.

  2. La Notifica Tardiva è un Vantaggio, non la Vittoria. Rende il decreto inefficace e costringe il creditore a iniziare una causa vera e propria, dove ha l’onere di provare tutto. È un’ottima base di partenza, ma la battaglia è appena iniziata.

  3. Sfidare la Titolarità del Credito è Spesso la Chiave. Le società che acquistano crediti in blocco spesso faticano a produrre la documentazione completa che provi l’acquisto del tuo specifico debito. Contestare questo punto, come è accaduto con Ciro, è una strategia potentissima e spesso vincente.

Se hai ricevuto un decreto ingiuntivo per un vecchio debito da parte di una società di cui non hai mai sentito parlare, non farti intimidire. La legge è dalla tua parte, ma devi agire nel modo giusto.

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Leggi gli atti processuali Il decreto ingiuntivo contro Ciro e La sentenza nr.39088/2023 del Giudice di Pace di Napoli

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